lunedì 15 ottobre 2012

Mi vergogno della mia città, Taranto.

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Vedendo le foto del sindaco di Taranto che esibiva la pistola, mi sono vergognato, non era la prima volta  che mi vergognavo di essere nato a Taranto. Da quando ho una mia opinione politica continuo a vergognarmi della mia città.
Ero al Liceo e durante quel quinquennio il sindaco di Taranto era un malnato appoggiato da quasi tutta la città, l'ex-sindaco ed ex onorevole (che scempio usare questa parola) Giancarlo Cito. Quasi tutta la popolazione di Taranto appoggiava questo ignorante malnato, infatti aveva una capacità speciale "gridare in vernacolo", quindi si poteva far sentire e capire. 
La restante parte della popolazione di Taranto, un risicatissimo 20% contato e ricontato in tutte le tornate elettorali, soffriva e soffriva sempre di più. Poi a Milano un imprenditore del Nord scese in campo, allora la sofferenza diventò vero tormento.
In una tornata elettorale il nostro Cito sconfisse persino l'attuale sindaco, per noi dissenzienti questa sconfitta sembrò una sconfitta della ragione, non sapendo come in futuro si sarebbe distinto Ippazio Stefàno. Alla fine Giancarlo Cito cadde, non per essere stato condannato per associazione mafiosa, forse perché aveva deluso le aspettative dei miei concittadini, forse perché in Italia si stava formando una nuova corrente di pensiero che influenzava anche la terra jonica, il Berlusconismo. 
Questo movimento portò al potere la nostra "sindaca Bimby". 
Come i venditori del famoso elettrodomestico porta a porta, la sindaca Di Bello si presentò alle masse tarantine come l'incarnazione dell'eleganza dopo l'uomo che puzzava di pesce stantio. In quegli anni la sindaca berlusconiana girò per le case dei tarantini, riunendo in circoli le casalinghe che peroravano la sua causa presso i mariti lavoratori. 
Il risultato portò a nuovi plebisciti, con dolore della popolazione dissenziente. 
Le casse comunali già dissanguate dalla precedente amministrazione furono ripulite, per potersi riempire le tasche la nuova classe dirigente tarantiota non rinunciò a richiedere prestiti bancari, fino a portare la città al fallimento totale.
Dopo quasi un ventennio, Taranto umiliata e derisa decise di voltare pagina, dandosi ad uno sconfitto dei manigoldi che aveva precedentemente scelto. Sembrava che la primavera fosse finalmente arrivata con l'elezione dell'attuale sindaco Ippazio Stefano.
Non era così, noi dissenzienti l'abbiamo capito subito, quando il nuovo sindaco Stefano aveva inaugurato una fontana. Questa fontana era stata donata dall'ILVA, il sindaco aveva deciso di ringraziare l'industria in un modo che... ci sentivamo africani. 
ILVA grazie per l'acqua, questa è un altra storia. 

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